- #AnniNOVANTA – 1995 > 05 > 25 > DRAGHI E PELUCHE DELIRIO … MILANO – Trentacinquemila spettatori in adorazione totale per i Bon Jovi, martedì sera a Milano. Li abbiamo seguiti passo passo, da un incontro ravvicinato con Jon Bongiovi e l’ inseparabile chitarrista Richie Sambora
- #AnniOTTANTA – “We live here è il primo disco del Pat Metheny Group dal 1989, e sono ormai 18 anni che suoniamo insieme.
- #AnniNOVANTA – Saturnino – Testa Di Basso
- #AnniNOVANTA – C’era un ragazzo è stato un programma televisivo italiano, condotto da Gianni Morandi affiancato dal figlio Marco, andato in onda dal Teatro 15 degli Studi di Cinecittà in quattro puntate al giovedì, nella prima serata di Rai Uno, fra il gennaio e il febbraio 1999.
- #AnniOTTANTA – Biko è un singolo del musicista britannico Peter Gabriel pubblicato nel 1980 ed estratto dall’album Peter Gabriel III. Il brano parla di Stephen Biko, noto attivista anti-apartheid sudafricano.
- #AnniOTTANTA – The River è una canzone del cantautore statunitense Bruce Springsteen tratta dall’album omonimo del 1980. Fu pubblicata come singolo in alcuni paesi europei, ma non negli Stati Uniti.
- #Lebelleitalie – Comacchio è un comune italiano di 22 182 abitanti della provincia di Ferrara in Emilia-Romagna. «… e la città ch’in mezzo alle piscose / paludi, del Po teme ambe le foci, / dove abitan le genti disiose / che ‘l mar si turbi e sieno i venti atroci.» (Ludovico Ariosto, Orlando furioso, III, 41)
Repubblica.it > 1995 > 05 > 25 > DRAGHI E PELUCHE DELIRIO … MILANO – Trentacinquemila spettatori in adorazione totale per i Bon Jovi, martedì sera a Milano. Li abbiamo seguiti passo passo, da un incontro ravvicinato con Jon Bongiovi e l’ inseparabile chitarrista Richie Sambora all’ infinita processione di limousine per raggiungere il Parco Aquatica alla periferia milanese, fino a salire addirittura sul palco gigantesco accanto alle rockstar, come comparse del loro megashow con pupazzoni alti come palazzi e fuochi d’ artificio. Il concerto di Milano apriva la parte europea del loro colossale tour che, è scontato, finirà per consacrarli la pop-rock-band più popolare del pianeta. Il fatto è che i Bon Jovi hanno ora venduto dodici milioni di copie dell’ album antologico Crossroads e il 19 giugno uscirà il nuovo album These days, destinato a stravendere. Ecco il perché di tanto spiegamento di forze. A cominciare dalle giovani fan davanti all’ albergo dove alloggiano, protetti da un nugolo di carabinieri. Per continuare al sesto piano dell’ hotel dove alloggiano, mai visto così trafficato. Un viavai di discografici, guardie del corpo, cronisti, troupe televisive, tecnici e roadie davanti alla camera 637.
la Repubblica.it > 1995 > 03 > 27 > LA RICETTA DI PAT METHENY – “We live here è il primo disco del Pat Metheny Group dal 1989, e sono ormai 18 anni che suoniamo insieme. Il Gruppo è la mia casa dove vivo e i miei compagni sono i coinquilini di una costruzione che abbiamo edificato tutti insieme”. Così diceva il più popolare chitarrista d’ America solo qualche settimana fa, ed eccolo in piena azione, Metheny, come sempre in jeans e maglietta, sul palcoscenico prestigioso del Beacon Theater di Broadway, all’ incrocio della 74esima strada, a due passi da Central Park e dal Lincoln Center. Rieccolo piegato sulle sue vertiginose chitarre, coi suoi assoli ascensionali, in mezzo ai vecchi compagni della band prediletta, che è la più acclamata dal pubblico: il braccio destro Lyle Mays dietro le numerose tastiere, Steve Rodby ai bassi, Paul Wertico alla batteria, i vocalisti e multistrumentisti David Blamires e Mark Ledford, più il cubano di Los Angeles Luis Conte. Di professione percussionista latino. La scenografia del concerto newyorkese allude proprio alla casa alla quale accennava Pat, con i tetti e le terrazze di un attico immaginario e i musicisti schierati come se suonassero all’ aperto, dall’ alto di un grattacielo di Manhattan. Il Beacon è un bel vecchio teatro di 2800 posti, un po’ kitsch, decorato come l’ Aida, con statue, fregi, ori e archi di trionfo. Ci hanno suonato tutti i più grandi del pop e del jazz. E Pat Metheny conclude qui trionfalmente il tour americano iniziato alla fine di gennaio: tre serate di grande successo martedì mercoledì e giovedì scorsi. Ora è pronto ad affrontare l’ Europa: partirà presto e nella “terra promessa” d’ Italia sarà alla fine di maggio, per un corposo tour nei palasport della maggiori città: (prima tappa Bolzano, 25 maggio, poi Milano il 26, Treviso il 27, Bari il 29, Roma il 30, Bologna il 31, Firenze il 1. giugno, Napoli il 2).
Pat Metheny Group – We Live Here
We Live Here è un album del Pat Metheny Group, pubblicato nel 1995 dalla Geffen Records.
L’album rifugge dal jazz con contaminazioni brasiliane tipico nei lavori precedenti del gruppo per abbandonarsi alla downtempo e world music, ed incorpora un suono moderno molto scorrevole abbinato a loop di batteria e campionamenti. Questo album mostra un alto livello di collaborazione tra Lyle Mays e Pat Metheny che compongono insieme quasi tutte le tracce, a eccezione di “Episode d’Azur”, composta dal solo Lyle Mays. Negli anni ’90 il gruppo ha intrapreso un tour con il nome dell’album. Una performance dal vivo è stata registrata nel 1995 in Giappone, con il percussionista brasiliano Armando Marçal (aka Marçalzinho) che si è unito al gruppo per l’occasione.
Etichetta: | Geffen Records – GEFD-24729 |
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Formato: | CD, Album |
Uscita: | |
Genere: | Jazz |
Stile: | Fusion, Contemporary Jazz |
Etichetta: | Soleluna – 526 890-2, Mercury – 526 890-2 |
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Formato: | CD, Album |
Paese: | Italy |
Uscita: | |
Genere: | Jazz, Funk / Soul |
Stile: | Jazz-Funk |
C’era un ragazzo è stato un programma televisivo italiano, condotto da Gianni Morandi affiancato dal figlio Marco, andato in onda dal Teatro 15 degli Studi di Cinecittà in quattro puntate al giovedì, nella prima serata di Rai Uno, fra il gennaio e il febbraio 1999. Nella trasmissione Gianni Morandi, alla sua prima esperienza da conduttore televisivo, raccontò la storia della propria vita attraverso l’interpretazione di numerosi pezzi musicali. Inoltre ospitò ed intervistò numerose personalità (del cinema, della cultura, del giornalismo, dello sport e della musica) di fama nazionale ed internazionale. Il programma registrò ottimi risultati di ascolto (una media di circa 9 milioni a puntata), con un picco di 9.853.000 di spettatori nella serata del 18 febbraio, fino al punto di essere considerato uno dei più grandi eventi televisivi degli ultimi tempi. La trasmissione quell’anno vinse il Telegatto come “Migliore trasmissione musicale” e fu tra i dieci programmi premiati nella “Top ten” del Premio Regia Televisiva, manifestazione nell’ambito della quale Gianni Morandi ricevette inoltre il premio come “Migliore rivelazione dell’anno”. Il programma venne premiato anche al Festival internazionale di programmi musicali Golden Antenna, svoltosi ad Albena, in Bulgaria.
Biko è un singolo del musicista britannico Peter Gabriel pubblicato nel 1980 ed estratto dall’album Peter Gabriel III. Il brano parla di Stephen Biko, noto attivista anti-apartheid sudafricano. Biko fu arrestato dalla polizia sudafricana nell’agosto del 1977 e, dopo essere stato tenuto in custodia per giorni, fu interrogato nella prigione di Walmer Street a Port Elizabeth. Uscito dall’interrogatorio con serie ferite alla testa, Biko fu trasferito in una prigione di Pretoria dove morì poco dopo, il 12 settembre 1977. La versione del brano tratta dall’album comincia e finisce con le registrazioni di due canzoni sudafricane, “Ngomhla sibuyayo” e “Senzeni Na?”, cantate al funerale di Biko.
Stephen Bantu Biko, noto come Steve Biko (King William’s Town, 18 dicembre 1946 – Pretoria, 12 settembre 1977), è stato un attivista sudafricano anti-apartheid. La sua morte contribuì a farne un simbolo per la popolazione sudafricana nera e i suoi funerali furono l’occasione per una grande manifestazione di massa e di sfida, con la partecipazione di decine di migliaia di persone. Nacque in una famiglia Xhosa, e trascorse i primi anni nella città di Ginsberg, nella provincia del Capo Orientale. Nel 1966, iniziò a studiare medicina presso la University of Natal, ove si unì al movimento del “National Union of South African Students” e iniziò a sviluppare le sue idee politiche, ispirate al socialismo e nazionalismo africano. Nel 1970 fondò il Black Consciousness Movement (“movimento per la coscienza nera”), un movimento sorto dall’angoscia e dalla frustrazione degli africani colti, che criticavano il razzismo ed il liberalismo e che vedevano preclusa dall’apartheid ogni tipo di libertà. Il BCM si articolava in tre organizzazioni: un’associazione politica (Black Peoples’ Convention), una centrale sindacale (Black Allied Workers’ Union) e una lega studentesca (South African Students’ Organisation). Il governo arrivò a vedere Biko come una minaccia sovversiva e lo mise sotto un ordine di confino nel 1973, limitando gravemente le sue attività. it.wikipedia.org
The River è una canzone del cantautore statunitense Bruce Springsteen tratta dall’album omonimo del 1980. Fu pubblicata come singolo in alcuni paesi europei, ma non negli Stati Uniti. La canzone fu eseguita in pubblico per la prima volta durante i concerti dell’evento No Nukes organizzati dal collettivo antinuclearista Musicians United for Safe Energy al Madison Square Garden nel settembre del 1979, molto prima di essere pubblicata. In questa occasione, Springsteen raccontò di essere stato ispirato, nella stesura del brano, dalla vicenda familiare di sua sorella Virginia, rimasta incinta a 17 anni, e del cognato. Le immagini del ritornello e la fine della canzone sono state ispirate dai versi della hit del 1950 di Hank Williams “Long Gone Lonesome Blues”. La descrizione della canzone di come le difficoltà economiche fossero intrecciate con la cultura locale presagiva anche la popolarità negli anni ’80 dell’heartland rock: I come from down in the valley, Where mister when you’re young – They bring you up to do, like your daddy done. I got a job working construction, for the Johnstown Company But lately there ain’t been much work, on account of the economy Now all them things that seemed so important – Well mister, they vanished right into the air
Lo scrittore Robert Hilburn ha descritto la canzone come “un classico schema di qualcuno che deve riadattare rapidamente i suoi sogni, [affrontando] la vita così com’è, non un mondo della sua immaginazione”. In tutta la canzone il fiume è visto come un simbolo per i sogni del futuro. Il narratore mantiene vive le sue speranze anche se realisticamente iniziano a fallire. That sends me down to the river, Though I know, the river is dry. It sends me down to the river, tonight. it.wikipedia.org
qualcosa che mi spinge giù verso il fiume
anche se so che il fiume è secco,
che mi manda giù verso il fiume, stanotte…
Comacchio è un comune italiano di 22 182 abitanti della provincia di Ferrara in Emilia-Romagna. «… e la città ch’in mezzo alle piscose / paludi, del Po teme ambe le foci, / dove abitan le genti disiose / che ‘l mar si turbi e sieno i venti atroci.» (Ludovico Ariosto, Orlando furioso, III, 41)
Nata come città lagunare, l’insularità di Comacchio ha avuto fine nel 1821, quando venne costruito il terrapieno stradale che la collega ad Ostellato. Sul territorio gli Etruschi erano stanziati e vi avevano fondato la città di Spina quindi i primi insediamenti risalgono a quel periodo tuttavia non vi sono testimonianze di centri abitati fino all’età tardo-romana. Comacchio ebbe quasi certamente origine da un castrum posto lungo il fiume sorto tra il VII e il VIII secolo. Sorta sull’unione di tredici piccole isole (cordoni dunosi litoranei) formatisi dall’intersecarsi della foce del Po di Primaro col mare, ha dovuto orientare il proprio sviluppo, sia sul piano dell’urbanistica sia su quello dell’economia, sull’elemento acqua.
Il cristianesimo si diffuse a Comacchio provenendo dalla vicina Ravenna. Il primo vescovo della città di cui si ha memoria fu Pagaziano (menzionato nel 503 e nel[504). A testimonianza del periodo tardo-romano restano i monasteri di Santa Maria in Padovetere (nella Valle Pega) e Santa Maria in Aula Regia. In seguito all’invasione longobarda, tutti i territori circostanti il Delta del Po furono perduti dall’Impero romano. Comacchio rimase l’unico centro commerciale della regione, continuando a ricevere i rifornimenti di olio e spezie dalle navi bizantine[8]. Nel 715 la città concluse un trattato di commercio con i Longobardi (nel capitolare vengono descritte le norme e le tasse a carico dei comacchiesi per poter esercitare il commercio del sale nelle regioni della Pianura padana sottomesse all’autorità longobarda). Successivamente la città fu conquistata da re Liutprando. it.wikipedia.org
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