L’Albero delle IDEE (e della CONOSCENZA) 01/2022

(Io) sono un Albero
(e) ho tante Idee
Insieme parliamo di LIBRI, FILM, DISCHI, LUOGHI, STORIE
Insieme regaliamo CONOSCENZA
  1. Alzatevi, andiamo! di Giovanni Paolo II
  2. Un principe chiamato Totò
  3. Ray Charles & Lucio Dalla
  4. Blood on the Tracks – Bob Dylan,
  5. Pooh – Un Posto Felice
  6. No Woman No Cry (La mia vita con Bob Marley) – Rita Marley
  7. GIUSEPPE UNGARETTI, Vita d’un uomo. Tutte le poesie (Milano, Mondadori 2009).

“Quando giunse la “sua ora”, Gesù disse a coloro che erano con Lui nell’orto del Getsemani, Pietro, Giacomo e Giovanni, i discepoli particolarmente amati: “Alzatevi, andiamo!”. Non era Lui solo a dover “andare” verso l’adempimento della volontà del Padre, ma anch’essi con Lui. Anche se queste parole significano un tempo di prova, un grande sforzo e una croce dolorosa, non dobbiamo farci prendere dalla paura. Sono parole che portano con sé anche quella gioia e quella pace che sono frutto della fede. In un’altra circostanza, agli stessi tre discepoli Gesù precisò l’invito così: “Alzatevi e non temete!”.” (Giovanni Paolo II)

Contributo tratto documentario “Un principe chiamato Totò”, una carrellata dei ricordi dei personaggi del mondo dello spettacolo che hanno conosciuto e amato il principe De Curtis.

Un principe chiamato Totò

anno: 2007       
regia: BERRUTI, FABRIZIO    genere: documentario    con Totò, Alessandro Gassman, Roberto Esslen, Luca De Filippo, Liliana De Curtis, Fiorello, Massimo Ranieri, Enrico Montesano, Lino Banfi, Sophia Loren, Gigi Proietti, Mariangela d’Abbraccio, Gisella Sofio, Dino De Laurentiis, Ben Gazzara, Giulio Andreotti, Massimo Cristaldi, Vincenzo Mollica, Frank Murray Abraham, Enrico e Carlo Vanzina, Sabrina Ferilli, Isa Barizza, Franca Faldini, Mario Di Gilio, Mario Stirpe, Lucio Dalla, Lorenza Palumbo    location: Italia

Tra i moltissimi documentari commemorativi che vengono ciclicamente tributati ai grandi personaggi dello spettacolo, quello su Totò, purtroppo, è uno dei peggiori. Poggiando soprattutto sulla debordante quanto sterile testimonianza della figlia Liliana, e avvalendosi della voce off di Alessandro Gassman e di qualche altra dichiarazione sparsa (Fiorello, Montesano, Banfi, Dino De Laurentiis, Andreotti, Mollica e altri), il documentario – firmato da Fabrizio Berruti e scritto dalla nipote di Totò, Diana De Curtis, insieme a Barbara  Calabresi – punta soprattutto sulla sfera privata del principe De Curtis, raccontando amori (Liliana Castagnola, Franca Faldini) e vezzi del grande comico. https://barabbovich.blogspot.com    

«Lucio, Lucio, Lucio». La voce arrochita di Ray Charles chiama in scena il suo inedito partner, e pazienza se il cognome, forse, se l’è già dimenticato. È notte fonda a Taormina, e gli ottomila e passa del Teatro Antico stanno per assistere a quello che è stato definito l’evento dell’estate, il duetto di Dalla e the genius, culmine di una serata di grande musica che ha fatto sposare “Anna e Marco” con “Georgia on my mind”. Lui, Dalla, mattatore fino a un’ora prima, adesso è un puntino piccolo così su quel grande palco dominato dal santone del soul che ha appena finito di trascinare pubblico e orchestrali dietro le sue armoniose acrobazie al pianoforte. Charles attacca “O sole mio”, che nelle sue mani diventa “It’s now or never”, mentre Lucio risponde con la versione napoletana: il folletto bolognese, seppur visibilmente emozionato, mostra di avere tonalità che non sfigurano affatto in questa festa del sound nero. E Charles, alla fine, approva con un sincero all right. Il duetto passa anche dalle parti dei Beatles ed ecco “Yesterday”, alla quale Dalla presta qualche gorgheggio dei suoi. https://ricerca.repubblica.it/repubblica 20000822

Blood on the Tracks è un album del cantante statunitense Bob Dylan, pubblicato nel 1975 dalla Columbia Records. L’album raggiunse la prima posizione nella classifica pop di Billboard, in Nuova Zelanda e Canada, la seconda in Norvegia, mentre nella corrispondente classifica inglese raggiunse la quarta posizione e la quinta in Olanda.

Le canzoni che compongono Blood on the Tracks sono state generalmente interpretate da critica e pubblico come un riflesso dei tumulti personali che Dylan stava attraversando all’epoca, in particolare la sua separazione dalla prima moglie Sara Lownds.[3] In realtà, Dylan non ha mai voluto confermare questa ipotesi, e nella sua autobiografia del 2004, Chronicles – Vol. 1, affermò che i brani del disco non avevano niente a che fare con la sua vita privata, e che erano stati ispirati dalla lettura dei racconti di Anton Čechov.

Pooh – Un Posto Felice
Etichetta:Atlantic – PH 10 14
Serie:Pooh: The Definitive Collection
Formato:CD, Album, Reissue
Paese:Italy
Uscita:
Stai dormendo e sto abbracciando il tuo respiro
e ti guardo senza accendere la luce
nella pausa di riposo dell'amore,
ti dirò in silenzio quel che non si dice
AutoreRita Marley
TitoloNo Woman No Cry
SottotitoloLa mia vita con Bob Marley
EdizioneMondadori, Milano, 2004, Ingrandimenti , pag. 240, cop.ril.sov., dim. 145x225x23 mm , Isbn 978-88-04-51140-3
OriginaleNo Woman No Cry [2004]
TraduttoreRiccardo Bertoncelli, Franco Zanetti
Classebiografie , musica , paesi: Giamaica

Pagina 32 Quando lo incontrai, Bob viveva in una situazione non facile con Taddy Livingston, la donna che legalmente era sua moglie, e il figlio di lei Neville Livingston, detto Bunny, membro anch’egli dei Wailers con il soprannome di «Bunny Wailer». Con sua madre lontana, a Bob mancavano l’aiuto e la protezione che io avevo trovato nella Zia. (Una delle sue prime canzoni è intitolata Where is My Mother.) La donna di Taddy non lo poteva sopportare, essendo il figlio di una donna che aveva avuto una storia con il suo uomo. Un giorno Bob mi confidò quanto fosse stufo di stare sia con Taddy sia con la «matrigna», che pretendeva che lui fosse il suo servo perché non portava soldi in casa. Per un po’ si era adattato come fattorino, poi aveva lavorato da garzone in un negozio di ferramenta, prima di incidere i suoi primi singoli, Judge Not e poi One Cup of Coffee, su etichetta Beverley. Anche se Bob cominciava a ottenere un certo riscontro, non significava che venisse pagato granché. Non giravano soldi, a quei tempi.Sulle prime, e forse anche dopo, mi presi cura di Robbie Marley come se fossi una sorella. Ero quel tipo di persona, e ancora lo sono, che si dice responsabile. Lo vidi e dissi “poverino”. Non dissi “lo amo”, ma “poverino”. Gli donai il mio cuore. Continuavo a pensare che fosse un tipo carino. Così carino che non volevo sapesse che avevo una creatura. (A quei tempi, per una adolescente, avere un figlio e non essere sposata era una cosa vergognosa.) In quel periodo, trascorsi molte ore allo Studio One, provando e registrando, cercando sempre di nascondere la cosa. Ma un giorno, proprio mentre si stava registrando, le mie tette cominciarono a gocciolare, e Bob se ne accorse. Un po’ sorpreso disse: «Cos’è? Hai un bambino?». Ma non usò un tono offensivo.Io ero terribilmente imbarazzata, però non potevo negare l’evidenza. Feci di sì con la testa.

Pagina 51 Per i neri di ogni parte del mondo, gli anni Sessanta furono un periodo di accresciuta consapevolezza. Negli Stati Uniti, la gente non solo riteneva che «nero è bello» ma prendeva anche in considerazione l’idea di un Black Power, di un «potere nero». Quelle idee arrivarono fino a noi; ci fu un periodo in cui intagliavamo nel legno dei piccoli pugni chiusi neri e li vendevamo al negozio di dischi. La gente li comprava per portarli come un ciondolo intorno al collo. Per la copertina di un disco, i Wailers posarono armati di pistole giocattolo, con i copricapo che di solito si associavano ai Black Panthers. Fonte

GIUSEPPE UNGARETTI, Vita d’un uomo. Tutte le poesie (Milano, Mondadori 2009).
Quando
la notte è a svanire
poco prima di primavera
e di rado
qualcuno passa

Su Parigi s'addensa
un oscuro colore
di pianto

In un canto
di ponte
contemplo
l'illimitato silenzio
di una ragazza
tenue

Le nostre
malattie
si fondono

E come portati via
si rimane.
Locvizza, il 28 settembre 1916
fonte

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