7 – #Idee, #Suoni, #Parole. L’amore è la cosa più forte e più fragile che abbiamo nella vita

#Ritratti

Giuseppe Moscati – L’amore che guarisce è una miniserie televisiva italiana che narra la vita di Giuseppe Moscati, il medico proclamato santo da papa Giovanni Paolo II nel 1987.

La regia è di Giacomo Campiotti, e gli attori protagonisti sono Giuseppe Fiorello nel ruolo di Giuseppe Moscati, Ettore Bassi nel ruolo di Giorgio Piromallo, Kasia Smutniak nel ruolo di Elena Cajafa.

Napoli, 1903. Giuseppe Moscati ed il suo amico Giorgio Piromallo sono due giovani medici appena laureati, inseparabili e spensierati, in cerca della loro prima occupazione. Giorgio, figlio di un famoso medico, ha scelto la professione per tradizione familiare, mentre Giuseppe, che contravviene dalla tradizione dei Moscati che lo avrebbe voluto avvocato (suo padre era Giudice del Tribunale di Napoli), ha per la medicina una vocazione dopo che i dottori che hanno visitato il fratello Alberto l’hanno lasciato morire. Giuseppe ha scelto così la strada con cui avrebbe trovato una via per guarire le persone. I due si trovano subito a concorrere per un posto all’Ospedale degli Incurabili di Napoli e, poiché il test d’ammissione è molto severo, Giorgio rassicura Giuseppe dicendogli che un membro della commissione, il dottor Delillo, è amico di suo padre e li aiuterà.

Giorgio trascina a fatica Giuseppe ad una festa dove presenta all’amico la bella e infelice principessa Elena Cajafa, e tra i due giovani si costituirà subito un forte legame. All’inizio la principessa lo invita a ballare per fare un dispetto a suo padre, ma quando capisce che Giuseppe è sinceramente attratto da lei, comincia piano piano ad amarlo.

La trama della miniserie – come giustamente evidenziato dai biografi più noti del Moscati, Antonio Tripodoro e Andrea Jelardi, rispettivamente sul periodico Gesù Nuovo e sul quotidiano Il Denaro – presenta alcune vicende della vita del santo che sono state romanzate o sono del tutto immaginarie, prima fra tutte la relazione sentimentale ed il rapporto di amore-odio con l’amico e collega Piromallo.“continua

#Ritratti

Karol – Un papa rimasto uomo è una miniserie televisiva in due puntate del 2006, séguito della miniserie dell’anno precedente intitolata Karol – Un uomo diventato papa.

Tratto dal libro Karol di Gian Franco Svidercoschi, diretto dal regista Giacomo Battiato e prodotto da R.T.I., il film narra le vicende realative al pontificato di papa Giovanni Paolo II dall’elezione a papa nel 16 ottobre 1978, passando per l’attentato, alla caduta del muro di Berlino, sino alla morte nel 2 aprile 2005. Il protagonista è interpretato da Piotr Adamczyk.

Prima puntata: 22 ottobre 1978. Karol Wojtyła diventa papa Giovanni Paolo II. A Mosca gli agenti del KGB fanno rapporto al Capo del Primo Distretto Centrale Krjučkov per la sua chiara politica antisocialista. Durante il primo viaggio apostolico in Messico Wojtyła viene informato da alcuni membri dell’autorità della complessa e difficile situazione messicana. Alla notizia di un viaggio del papa in Polonia, il KGB contatta dei terroristi turchi per pianificare un attentato: il terrorista dei lupi grigi Mehmet Ali Ağca viene scelto come esecutore materiale dell’attentato. In conseguenza del viaggio di Wojtyła, in Polonia nasce Solidarność, un sindacato autonomo guidato da Lech Wałęsa. È il 13 maggio 1981, Ali Ağca raggiunge Roma e, nascosto tra la folla, al passaggio del papa su Piazza San Pietro gli spara due colpi, ma viene bloccato e arrestato. Wojtyła viene operato d’urgenza al Policlinico Gemelli e, dopo un intervento di 5 ore, riesce a sopravvivere. Tornato attivo dopo alcuni mesi, il papa affida al cardinale Joseph Ratzinger la carica di Capo del Congresso della Dottrina della Fede per la riaffermazione dei valori cattolici, e a Madre Teresa di Calcutta il compito di diffondere la fede nel mondo. In Polonia intanto la situazione degenera: il presidente Jaruzelski dichiara lo stato d’assedio, Walesa viene confinato in un luogo sconosciuto, e un giovane sacerdote operaio di nome Popiełuszko fa appello al papa per un aiuto ai sindacalisti ma viene arrestato. Dopo aver concesso il perdono ad Ağca, e aver compiuto nuovi viaggi in Sud America e India, Wojtyła convoca il generale Jaruzelski per un nuovo viaggio in Polonia, a Danzica, la polveriera delle lotte operaie. Nel 1989 il papa assiste al crollo del muro di Berlino. “continua

#GENERAZIONI

Lee Ryan è un cantante e doppiatore britannico. È uno dei componenti della boy band inglese Blue.

Lee Ryan nasce a Chatham, città inglese della contea del Kent. Durante l’infanzia, il cantante soffriva di dislessia, disturbo dell’apprendimento che riuscì a superare col passare del tempo. Prima di intraprendere la carriera musicale, con il totale appoggio della madre Sheila, Ryan lavorava come muratore e faceva anche parte del cast del telefilm “Holby City”. Nel 2001 inizia la carriera da cantante come componente dei Blue. Durante il momentaneo scioglimento del gruppo, Ryan ha inciso il suo primo album da solista, intitolato Lee Ryan, da cui sono stati estratti quattro singoli: Army of Lovers (luglio 2005), Turn Your Car Around (ottobre 2005), When I Think of You (gennaio 2006) e Real Love (aprile 2006). Frequenta un corso di regia alla “Tish School Of The Arts” di New York, formando una piccola compagnia di produzione. E viene scelto come testimonial da Dolce&Gabbana.

Nel 2006, il singolo Real Love viene inserito nella colonna sonora del film d’animazione L’era glaciale 2 – Il disgelo, in cui Ryan doppia l’opossum Eddie nella versione in italiano[2]. Il personaggio viene doppiato dal cantante anche nei sequel L’era glaciale 3 – L’alba dei dinosauri, L’era glaciale 4 – Continenti alla deriva e L’era glaciale – In rotta di collisione.

#i… #Dischi

Umberto Tozzi – Gli Altri Siamo Noi

  • Etichetta: CGD – 9031 73839-1
  • Formato: Vinile, LP, Album
  • Paese: Italy
  • Uscita: 1991
  • Genere: Rock, Pop
  • Stile: Europop, Pop Rock

#STORIEalFEMMINILE

L'amore è la cosa più forte e più fragile 
che abbiamo nella vita. 

Vanessa Chantal Paradis è un’attrice e cantante francese.

Nata a Saint-Maur-des-Fossés, trascorre l’infanzia a Villiers-sur-Marne. Comincia fin da piccola a coltivare la passione per il canto e a soli 11 anni registra il singolo La magie des surprises parties. Nel 1987 ottiene il successo con Joe le taxi, che diventa una vera hit internazionale. Nell’agosto 1988 pubblica il suo primo album M&J, dove collaborano Étienne Roda-Gil (testi) e Franck Langolff (musica).

Nel 1989 debutta anche come attrice nel film Noce blanche di Jean-Claude Brisseau. Nonostante all’epoca fosse ancora minorenne, compare in alcune scene di nudo. Nel film la Paradis interpreta il ruolo di una studentessa innamorata del suo professore di filosofia (Bruno Cremer). Ottiene il Premio César per la migliore promessa femminile e anche il Premio Romy Schneider. Nel periodo seguente decide comunque di dedicarsi soltanto alla carriera musicale e nel 1990 arriva il suo secondo album, Variations sur le même t’aime, scritto da Serge Gainsbourg.

Nel 1991 diventa testimonial di Chanel e diventa famosa in tutto il mondo come volto-simbolo del profumo Coco. Nel 1992 collabora con Lenny Kravitz (all’epoca anche suo fidanzato) e canta per la prima volta un album interamente in lingua inglese nell’eponimo album Vanessa Paradis, uscito nel settembre ’92 e registrato nel New Jersey. Da questo periodo porta avanti in maniera parallela la carriera di cantante e quella di attrice. A livello internazionale, tuttavia, ottiene più successo nel campo del cinema.

Nel 1999 riscuote successo di pubblico e critica grazie al film La ragazza sul ponte, diretto da Patrice Leconte. Per l’interpretazione ottiene una candidatura ai Premi César come miglior attrice. Negli anni novanta recita accanto ad altri grandi nomi del cinema francese quali Jean-Paul Belmondo, Alain Delon e Jean Reno. Nell’ottobre 2000 pubblica un nuovo album discografico, Bliss, in cui si cimenta per la prima volta come cantautrice. Bliss è seguito dal secondo album dal vivo, intitolato Au Zénith (novembre 2001). A questo disco live partecipa Steve Nieve, già collaboratore di Elvis Costello. “continua

#alTempoNelTempo

Con “evento di Tunguska” si indicano le conseguenze verificatesi in una remota regione della Siberia la mattina del 30 giugno 1908, a seguito del possibile impatto o esplosione, non ancora del tutto certo, di un grande meteoroide, o di una cometa. L’esplosione, avvenuta a un’altitudine di 5–10 chilometri dalla superficie terrestre, abbatté decine di milioni di alberi e generò un bagliore visibile a 700 km circa di distanza.

È il più importante evento esplosivo naturale registrato nella storia recente in prossimità della Terra. La località prende il nome dal fiume Tunguska Pietrosa che scorre nella parte settentrionale del territorio di Krasnojarsk, nella Siberia centrale.

Alle ore 7:14 locale, 0:14 T.U., del 30 giugno 1908 un evento catastrofico ebbe luogo nelle vicinanze del fiume Tunguska Pietrosa (Podkamennaja Tunguska), abbattendo 60-80 milioni di alberi su una superficie di 2.150 chilometri quadrati. Si stima che l’onda d’urto dell’esplosione avrebbe potuto essere assimilabile a un terremoto di grado 8 della scala Richter. Un’esplosione di questa portata è in grado di distruggere una grande area metropolitana.

Il rumore dell’esplosione fu udito a 1.000 chilometri di distanza. A 500 chilometri alcuni testimoni affermarono di avere udito un sordo scoppio e avere visto sollevarsi una nube di fumo all’orizzonte. A 65 chilometri il testimone Semen Semenov raccontò di aver visto in una prima fase il cielo spaccarsi in due e un grande fuoco coprire la foresta e in un secondo tempo notò che il cielo si era richiuso, udì un fragoroso boato e si sentì sollevare e spostare fino a qualche metro di distanza.

L’onda d’urto fece quasi deragliare alcuni convogli della ferrovia transiberiana a 600 km dal punto di impatto. Si ritiene, in base ai dati raccolti, che la potenza dell’esplosione sia stata compresa tra 10 e 15 megatoni (40-60 petajoule), equivalente a circa mille bombe di Hiroshima. Altri effetti si percepirono persino a Londra, dove, in quel frangente, pur essendo mezzanotte il cielo era talmente chiaro e illuminato da poter leggere un giornale senza l’ausilio della luce artificiale.

L’evento di Tunguska ha alimentato una ricca letteratura pseudoscientifica viva ancor oggi: attorno alle cause sono state avanzate numerose ipotesi implicanti gli UFO, l’antimateria, i buchi neri o altri fenomeni mai dimostrati. C’è persino l’ipotesi che l’evento sia stato causato dall’attivazione della Wardenclyffe Tower di Nikola Tesla.

Le ipotesi letterarie più popolari furono quelle del famoso scrittore e scacchista Aleksandr Kazancev il quale, nel romanzo L’isola in fiamme, 1941 descrive l’incidente di un’astronave aliena in fase di atterraggio sulla Terra. Kazantsev è poi ritornato altre volte sul tema, in particolare nei racconti “Il visitatore sconosciuto” 1951; lett. “L’ospite dal cosmo”) e “Il marziano” 1958, questi ultimi pubblicati anche in Italia, in appendice a “Elephas Sapiens”, Galassia 28, Casa Editrice La Tribuna, 1963. In particolare, Kazantsev (che è sempre stato un convinto sostenitore del paleocontatto) cita Kulik e le varie spedizioni scientifiche organizzate nel corso degli anni e spiega che l’evento è connesso a marziani in viaggio tra il pianeta rosso, Venere e la Terra. Riesce a mettere in correlazione il tragitto dei visitatori con le opposizioni planetarie (che avrebbero reso agevole il viaggio nello spazio) e ad alcuni strani fenomeni (lampi di luce e segnali radio) osservati sulla superficie di Marte nel corso degli anni successivi: «E, durante l’opposizione di quell’anno [1924], molti apparecchi radio ricevettero strani segnali. Si fece un gran parlare di questi messaggi radio provenienti da Marte. Molti dissero che si trattava di uno scherzo di Marconi, ma Marconi negò». I fratelli Strugatskij, nel loro Lunedì inizia sabato, fanno il verso in chiave ironica alle teorie di Kazantsev immaginando che l’evento sia collegato a un’astronave aliena in fase di decollo, con l’equipaggio assalito dalle temibili zanzare siberiane. “continua

Flash #Ieri #Oggi

La Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (in inglese United Nations Framework Convention on Climate Change da cui l’acronimo UNFCCC o FCCC), nota anche come Accordi di Rio, è un trattato internazionale ambientale prodotto dalla Conferenza sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNCED, United Nations Conference on Environment and Development), informalmente conosciuta come Summit della Terra, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992. Il trattato punta alla riduzione delle emissioni dei gas serra, alla base del riscaldamento globale.

Alla scoperta delle Cop – Berlino ’95

Il trattato, come stipulato originariamente, non poneva limiti obbligatori per le emissioni di gas serra alle singole nazioni; era quindi, sotto questo profilo, legalmente non vincolante. Esso però includeva la possibilità che le parti firmatarie adottassero, in apposite conferenze, atti ulteriori (denominati “protocolli”) che avrebbero posto i limiti obbligatori di emissioni. Il principale di questi, adottato nel 1997, è il protocollo di Kyoto, che è diventato molto più noto che la stessa UNFCCC.

Il FCCC fu aperto alle ratifiche il 9 maggio 1992 ed entrò in vigore il 21 marzo 1994. Il suo obiettivo dichiarato è “raggiungere la stabilizzazione delle concentrazioni dei gas serra in atmosfera a un livello abbastanza basso per prevenire interferenze antropogeniche dannose per il sistema climatico”.

La Conferenza delle Parti dell’UNFCCC si incontrò per la prima volta a Berlino (Germania) dal 28 marzo al 7 aprile 1995, ed espresse timori sull’adeguatezza delle azioni degli stati ad adempiere gli obblighi della Convenzione. Questi furono espressi in una dichiarazione ministeriale delle Nazioni Unite conosciuta come il “Mandato di Berlino”, che stabiliva una fase di analisi e ricerca (Analytical and Assessment Phase, AAP) di due anni, per negoziare un “insieme completo di azioni” da cui gli Stati potessero scegliere quelle più adeguate per ognuno di essi, in modo che fossero le migliori dal punto di vista economico e ambientale. Il Mandato di Berlino esentò i Paesi non-Allegato I da obblighi vincolanti addizionali, in ragione del principio delle “responsabilità comuni ma differenziate” stabilito dalla UNFCCC, sebbene si ipotizzasse che le grandi nazioni di nuova industrializzazione sarebbero diventate i più grandi emettitori di gas serra nei 15 anni a venire. continua

Flash #Ieri #Oggi

Alleghe

#ascoltando

Simple Minds – She s a River Live at France 1995

Milano, 12 apr. 1995 -(Adnkronos)– Prende il via domani dal Forum di Assago, in provincia di Milano, il tour italiano dei Simple Minds. La band capitanata da Jim Kerr sara’ poi il 18 aprile al Palaeur di Roma per concludere le date italiane a Casalecchio (in provincia di Bologna) il 19.

Il tour rappresenta il ritorno dei Simple Minds (della formazione originale sono rimasti solo Jim Kerr alla voce e Charlie Burchill alle chitarre) dal vivo, dopo tre anni di assenza. Il loro ultimo disco, ”Good news from the next world”, ha mantenuto fede alle aspettative, scalando le classifiche internazionali. ”Per tre anni -spiega Jim Kerr- ci siamo astenuti dal buttar fuori nuova musica e dal suonare live. Ne e’ risultata la possibilita’ di sperimentare un assaggio di esistenza normale, e di conseguenza l’occasione di ragionare su tante cose. Ne sono felice perche’ ha cosi’ avuto luogo un’evoluzione”. FONTE

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