#alTempoNelTempo – Giovanni Goria presidente del Consiglio dei ministri dal 1987 al 1988

Non ho mai partecipato al dibattito parteggiando per il sedicente "nuovo" e combattendo contro il presunto "vecchio". Credo che una nuova generazione di dirigenti dc debba emergere in accordo con quella precedente. Senza scontri.

Riflettere oggi sulla figura di Giovanni Goria, significa adempiere ad un debito di riconoscenza che deve essere ancora interamente onorato: a dieci anni dalla sua scomparsa, c’è ancora un grande spazio per rendere il giusto tributo ad un uomo della politica e delle istituzioni che ha operato per rendere migliore l’Italia, e a scelto di farlo lontano dai riflettori e dai clamori della ribalta mediatica. (Pier Ferdinando Casini)

Giovanni Giuseppe Goria è stato un politico italiano, più volte ministro della Repubblica e presidente del Consiglio dei ministri dal 1987 al 1988. Discendente dei nobili Goria di Maretto, Goria era sposato con Eugenia Obermitto ed aveva due figli, Marco (1971) e Paola (1976). Giovanni Goria era tifoso dell’Asti Calcio e anche della Auxilium Torino di basket diretta da Giuseppe De Stefano, di cui era amico. Laureato in Economia e Commercio, Goria intraprese la sua carriera politica iscrivendosi alla Democrazia Cristiana nel 1960 e operando a livello di politica locale. Fu presidente della Cassa di Risparmio di Asti.

  • Ministeri
  • Venne eletto alla Camera dei deputati per la prima volta nel 1976 e fu un esponente della corrente detta Sinistra di Base. Fu sottosegretario al Bilancio dal 28 giugno 1981 al 3 giugno 1982 nel Governo Spadolini I (venne poi sostituito da Emilio Rubbi in seguito alle sue dimissioni).
  • Dal 1982 ebbe cariche ministeriali in quasi tutti i governi:
  • Ministro del Tesoro dal 1º dicembre 1982 al 4 agosto 1983 con il Governo Fanfani V;
  • Ministro del Tesoro dal 4 agosto 1983 al 1º agosto 1986 con il Governo Craxi I;
  • Ministro del Tesoro dal 1º agosto 1986 al 17 aprile 1987 con il Governo Craxi II;
  • Ministro del Tesoro e Ministro del bilancio e della programmazione economica (ad interim) dal 17 aprile 1987 al 28 luglio 1987 con il Governo Fanfani VI.
  • Divenne celebre per il suo stile informale e la sua adattabilità alle trasmissioni televisive, nonché per le competenze in campo economico e finanziario, difatti l’esecutivo da lui presieduto fu definito talora un governo tecnico, nonostante fosse formato da una coalizione politica, il Pentapartito. Resta anche memorabile e proverbiale l’icona del suo volto, incorniciato da barba e capelli fluenti, reiterata dall’allora vignettista della Repubblica Giorgio Forattini (a sottolineare il suo scarso peso politico).

In seguito alle elezioni politiche anticipate del 1987, indette a seguito della caduta del Governo Craxi II a causa della fine dell’accordo tra Bettino Craxi e Ciriaco De Mita detto il “patto della staffetta” ed un breve incarico ad Amintore Fanfani a cui fu negato il voto di fiducia tramite astensioni concordate nella DC, Goria fu designato presidente del Consiglio dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga su indicazione del segretario del suo partito Ciriaco De Mita, poiché non si erano create le condizioni per la nascita di un governo guidato da quest’ultimo; in tale governo era anche ministro (senza portafoglio) per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno. Fino alla nomina di Matteo Renzi nel 2014, Goria fu, a 44 anni, il più giovane presidente del Consiglio italiano. Il governo da lui presieduto, composto dalla maggioranza del Pentapartito (il quale governò l’Italia per tutti gli anni ’80 ed in primi anni ’90) ebbe natura breve in quanto l’obiettivo prefissato era quello di presentare una legge di bilancio per il 1988 e quello di determinare le pregiudiziali per la nascita di un Governo De Mita. Fu costretto a dare le dimissioni dapprima in febbraio in seguito alla difficoltà nell’approvazione della legge finanziaria, ma Francesco Cossiga gli riconferí l’incarico; nel marzo 1988 il Governo dovette dimettersi per le tensioni interne per quanto concerneva il Referendum sul Nucleare. Il mese successivo, il 13 aprile 1988 nasce invece il Governo De Mita, costituito dalla maggioranza del Pentapartito. De Mita, l’uomo del doppio incarico (Presidente del Consiglio e segretario della DC) dapprima si dimise dalla segreteria democristiana nel febbraio 1989 a seguito dell’elezione di Arnaldo Forlani (avversario interno di De Mita e leader della corrente “Grande Centro”) e successivamente dalla Presidenza del Consiglio nel maggio 1989 a seguito della crisi di Governo cagionata dal PSI di Bettino Craxi. La crisi terminò nel luglio 1989 con la nascita del VI governo Andreotti e la nascita del CAF, l’alleanza politica tra Craxi, Andreotti e Forlani che governò l’Italia fino al 1992.

Giovanni Goria venne eletto al Parlamento europeo nel 1989 nella circoscrizione nord-ovest. Si dimise due anni dopo, nel 1991, in quanto fu designato come Ministro dell’agricoltura e delle foreste nel Governo Andreotti VII il 12 aprile 1991; tale governo era formato dalla maggioranza del Quadripartito, senza il Partito Repubblicano Italiano di Giorgio La Malfa. Durante questo ministero Giovanni Goria decise di commissariare la Federconsorzi che in breve fu travolta da una crisi irreversibile. Il 28 giugno 1992 fu nominato alla carica di Ministro delle Finanze nel successivo governo, presieduto dal socialista craxiano Giuliano Amato (tale governo, a posteriori, si rivelò essere uno degli ultimi della cosiddetta Prima Repubblica). it.wikipedia.org

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