Web Radio Associazione Vitanova Note, Notti, Luoghi. #Minnamorai CampaniaEstate2020 a cura di Silvana Guida. PUNTATA DI MERCOLEDI’ 15 LUGLIO 2020

  • Gherardo Mengoni – Gli anni acerbi “Lettura per Capelli grigi”
  • Giancarlo Giannini
  • Luna Caprese 
  • Positano La leggenda della Madonna Assunta 
  • Positano e Montepertuso 
Ai bagni di Lucrino, meta tradizionale di cittadinanza del ceto medio, a quel tempo si recava pure una cugina di mio padre, non più giovane ma ancor vigorosa e dotata, cosa per me importantissima, di auto e patente.
Corteggiai senza ritegno, con mille piccoli complimenti e moine la cugina; mi proposi come suo accompagnatore e porta borse al mare.
Il gioco riuscì e mi ritrovai così, di colpo, sulla spiaggia bollente, di fronte a Maria.
Ella, sorpresa e soddisfatta nel suo orgoglio femminino, mi accolse nel Club dei suoi ammiratori, fiera di poter mostrare una sua ennesima vittima.
Conobbi allora giovani della mia età la cui frettolosa cordialità non fece supporre quale reciproca ed imperitura amicizia sarebbe scaturita.
Non sapevamo, in quelle liete ore al Sole, di avviare un sodalizio che né le distanze, né gli anni, né le vicende personali avrebbero mai scalfito.
Uniti, ancora oggi come allora nonostante le distanze, basta un rigo, una telefonata e ci ritroviamo vicino con lo stesso prorompente afflato di un tempo, a conferma della indelebile impronta amicale che allora si impresse .
Maria aveva un costume bianco ed i capelli nerissimi. In costume era ancor più piccola e fragile di quel che appariva con i primi tacchi e le gonne plissé.
Era semplice; consapevole della sua bellezza; sicura di emergere fra le poche concorrenti nel gruppo; fiera dei nostri corteggiamenti.
Dopotutto aveva solo quindici anni!
Era epoca di approcci difficili, di frasi complicate e di sguardi sofferti, con proposte appena accennate.
Era epoca di piccole cose dolci, di poveri e semplici appagamenti.
Solo le speranze in avanti erano grandiose!
Sognai Maria moglie con figli, compagna di un futuro non definito, aperto ad ogni soluzione, pur che fosse, appunto, “grandiosa”!
Dopo un breve, brevissimo seguirsi di giorni caldi e memorabili ecco il ritorno del triste autunno e del lungo inverno.
Con il rientro al mio Liceo Umberto ricominciai a percorrere al mattino, puntualmente Via S. Maria in Portico, piazza Ascensione fino a Via Carducci, con sosta al Vapoforno Catania per l’acquisto della piccola "brioche".
Poi via in raduno con il "gruppo", fra sguardi languidi o ammirati o sorridenti lanciati alle nostre compagne, in attesa dell’ineffabile suono della campanella di ingresso.
Gherardo Mengoni
La luna cantata è quella che strega gli innamorati, li accompagna nelle notti senza amore, ricche di sofferenza e solitudine. 
Il tramonto lascia il cielo alle stelle, che insieme alla luna trovano specchio nel mare. 
La luna è l'unico possibile intermediario con l'amata, e proprio a lei l'interlocutore chiede di trovare un qualcosa da suggerirgli per far sì che la ragazza si accorga di lui. 
Nonostante le continue e disilluse preghiere, un rifiuto attende l'innamorato, che si crogiola nella consapevolezza dell’amaro destino.
“Luna caprese” è stata scritta da Augusto Cesareo nel 1953 e musicata da Luigi Ricciardi   
La leggenda narra che, all’incirca nel XII secolo d.C. una nave che trasportava un quadro della Madonna stesse solcando il Mar Tirreno, passando proprio di fronte ad un piccolo paese.
In quel momento il vento smise di soffiare e mentre la nave cominciò ad avere problemi a tornare in mare aperto, i marinai udirono una voce che diceva “Posa… posa”.
La voce sembrava provenire dal nulla ed il capitano interpretò questo prodigio come manifestazione della volontà della Vergine di restare in quel luogo. Decise quindi di dirigere la prua verso terra; a quel punto la nave riprese a muoversi. Giunti a riva, i marinai sbarcarono l’icona e la consegnarono agli abitanti di Positano, che - eleggendo la Vergine a loro protettrice, portarono il quadro nella Chiesa situata nella piazza del paese. Il mattino seguente, scomparso dalla chiesa, il quadro venne ritrovato su un campo di ginestre: e fu proprio lì che i positanesi decisero di costruire la nuova chiesa di Santa Maria Assunta, ritenuta una delle più belle presenti in Italia.
Leggenda vuole che la città di Positano sia stata fondata da Poseidone, dio dei mari, per amore della ninfa Pasitea. Certo è che, nel loro lungo girovagare nel Mediterraneo, Fenici e Greci trovarono ristoro lungo la magnifica costa positanese. 

A rendere ancora più irresistibile il fascino della cittadina è la sua frazione di Montepertuso: il racconto leggendario che la vede scenario di un evento straordinario è tramandato dalla parrocchia di Santa Maria delle Grazie, che si trova proprio in quella località.

Si dice che a bucare il monte sia stato il dito indice della Vergine Maria. Il demonio deciso a sfidarla tentò di bucare la montagna con le sue mani per dimostrare la propria forza, senza successo. Fu allora che la Madonna, impietosita, sfiorò col dito il monte dito che si sgretolò. Sconfitto, il diavolo precipitò sulle rocce dove, secondo alcuni, ancora oggi, è visibile una gigantesca orma impressa nella pietra.
Quel buco è considerato un segno nella roccia netto, perfetto, al punto tale che è molto improbabile che la mano umana sia riuscita a realizzarlo.
Nel VI secolo Montepertuso era una selva abitata da popoli che si sfamavano grazie alla caccia della selvaggina locale. Una notte vennero tutti svegliati di soprassalto da un continuo tuonare. Scrutando il cielo verso il monte videro una grande luce bianca con al centro un’immagine. Una giovane ragazza venne avvolta nel candore di questa luce ove sentì una voce materna che le disse:
«Non aver più paura, il demonio è stato maledetto ed i suoi sforzi contro questo monte sono finiti, perché distrutto lo spirito maligno. Resti del suo corpo a forma di serpente si trovano all’altro versante della roccia viva. Vieni, dunque, con me ed accompagnami sulla collina della selva Santa, ove ci fermeremo per sempre».
Era la voce della Madonna che, dopo aver sconfitto il maligno, volle rassicurare gli abitanti del posto. Tutti furono illuminati nello spirito da questo evento prodigioso. Ancora oggi è possibile ammirare nella roccia la sagoma spezzata del serpente maledetto. Su quella collina adesso sorge il tempio dedicato alla Vergine delle Grazie, posto di fronte al monte forato che dà il nome alla frazione della località campana.
https://www.vesuviolive.it/cultura-napoletana/210435-la-leggenda-montepertuso-positano-la-madonna-buco-monte-dito/


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